Trattamento con Eculizumab nei pazienti con COVID-19: risultati preliminari dall’esperienza real life della ASL Napoli 2 Nord

Autori: F. Diurno, F.G. Numis, G. Porta, F. Cirillo, S. Maddaluno, A. Ragozzino, P. De Negri, C. Di Gennaro, A. Pagano, E. Allegorico, L. Bressy, G. Bosso, A. Ferrara, C. Serra, A. Montisci, M. D’Amico, S. Schiano Lo Morello, G. Di Costanzo, A.G. Tucci, P. Marchetti, U. Di Vincenzo, I. Sorrentino, A. Casciotta, M. Fusco, C. Buonerba, M. Berretta, M. Ceccarelli, G. Nunnari, Y. Diessa, S. Cicala, G. Facchini

Affiliazione: Department of Emergency and Critical Care, ASL Napoli 2 Nord, Ospedale “S.M. delle Grazie”, Pozzuoli (NA), Italia.
gaetano.facchini@aslnapoli2nord.it

Obiettivo

Obiettivo:
La polmonite correlata a SARS-CoV-2 (COVID-19) rappresenta un’emergenza sanitaria globale per l’elevata morbilità e mortalità e per l’assenza di trattamenti farmacologici specifici approvati. Questa case series presenta dati preliminari real-life sull’utilizzo della terapia anti-complemento C5 con eculizumab in pazienti COVID-19 ricoverati in terapia intensiva presso la ASL Napoli 2 Nord.

Pazienti e metodi

Pazienti e metodi:
La case series include pazienti con diagnosi confermata di infezione da SARS-CoV-2 e polmonite severa o ARDS, trattati con un massimo di quattro infusioni di eculizumab in regime off-label. Tutti i pazienti hanno inoltre ricevuto: enoxaparina 4.000 UI/die, lopinavir 800 mg/die + ritonavir 200 mg/die, idrossiclorochina 400 mg/die, ceftriaxone 2 g/die EV, vitamina C 6 g/die per 4 giorni e ventilazione non invasiva (NIV).

Risultati

Risultati:
Sono stati trattati quattro pazienti COVID-19 in terapia intensiva per polmonite severa o ARDS. Tutti sono andati incontro a recupero clinico. L’eculizumab ha indotto una significativa riduzione degli indici infiammatori: la proteina C-reattiva media è scesa da 14,6 mg/dl a 3,5 mg/dl. La durata media della malattia è stata di 12,8 giorni.

Conclusioni

Conclusioni:
L’eculizumab mostra un potenziale terapeutico importante nei casi gravi di COVID-19. I risultati preliminari ne supportano l’uso off-label, in attesa della conferma proveniente dal trial SOLID-C19 attualmente in corso.